Mi rendo conto di quanto FrancoZ & Friends si stiano facendo il "mazzo" per mandare avanti "la baracca" nel migliore dei modi, quindi ho deciso di dare il mio contributo a questo
Club! Spero che lo gradiate...
Di seguito posterò tutto..e dico tutto...il lavoro che ho portato avanti, da quasi due anni a questa parte, sulla teoria alla base dell'assetto. L'ho terminato oggi, è il passo precedente alla stesura "definitiva" pre pubblicazione cartacea.
Sfrutto l'occasione di prendere ogni vostro commento come uno spunto per migliorare la forma e i concetti, ogni correzione/critica è graditissima.
Vi chiedo solo di NON divulgare altrove i contenuti di questo "saggio breve", evitate il copia incolla su altri siti/forum, visto il gran lavoro che è servito per realizzarlo: notti passate a scrivere, leggere, interpretare e tradurre, giornate spese a testare e provare con tanta passione e altrettanta pazienza. Tutto per generare il "knowhow" necessario alla "creazione" di una piccola opera, il cui scopo è fornire nozioni di base a chiunque voglia approcciarsi al mondo dell'assetto...senza grandi pretese, ma con precisione ed affidabilità.
Buona lettura:









































That's it!
...Alcuni tra i disegni li ho realizzati con "Paint", se non fossero chiari fatemelo notare, lo stesso se trovaste errori di ortografia e/o sintassi, vi sfrutto un po' come "revisori"

Aggiungo:

PRECARICOIl precarico è la differenza tra la lunghezza della molla quando è smontata, libera e la lunghezza che assume una volta montata sull'ammo tra le due battute, ovviamente con ammortizzatore smontato oppure con il veicolo in posizione statica e la sospensione alzata (senza che gravino carichi su di essa). L'unità di misura utilizzata per il precarico sono i mm.
Il precarico varia la rigidezza di una molla simmetrica?
No, assolutamente! Il lavoro della molla è lineare, a variare è il momento iniziale di lavoro. Quando la molla, in fase dinamica, inizia a comprimersi in proporzione al carico che grava sulla sospensione (questo aumenta per via di rollio e beccheggio ad esempio) avverrà il medesimo accorciamento della molla , indipendentemente dal precarico preimpostato in fase statica.
Es:
Per "valutare" una molla si prendono come riferimento diversi parametri, a noi ora interessano caratteristica elastica (K) e lunghezza. Supponiamo di avere una molla con K = 100 N/mm che libera dall'ammo sia lunga 350mm (simile alle post. delle nostre baracche). Quando la montiamo tra le due battute diamo un precarico che và ad accorciarla di 30mm. A questo punto la molla eserciterà una forza di 3000N (Precarico: 30mm x K: 100N/mm = 3000Newton). Tale forza deve essere battuta perchè la molla stessa inizi a comprimersi sotto al carico. L'entità della compressione sarà data quindi dal carico che grava sulla molla meno il precarico. A questo punto si può affermare che precarico e "accorciamento" della molla sono inversamente proporzionali (a parità del carico che grava sulla sospensione): più aumento il precarico, meno si accorcia la molla. (Da tener conto delle conseguenze che si otterranno: l'auto si alza, o meglio si abbassa meno su quella sospensione, il carico che grava sulla diagonale interessata dalla variazione di precarico aumenta e quello sull'altra diagonale diminuisce di pari misura).
Tutto questo ci consente di poter affermare che:
Una volta superata la forza necessaria a far lavorare la molla (i 3000N del precarico nell'esempio), se incrementiamo i Newton di carico (ad esempio a seguito del rollio) di un valore "n" si avrà una costante diminuzione della lunghezza della molla proporzionale ad "n" indipendentemente da quanto essa sia già compressa in partenza. Lavoro lineare. Se avessi un carico di 4000N, 3000 servirebbero a battere il precarico e 1000 abbasserebbero la molla di 10mm (1000N / 100N/mm = 10mm).
RADIOGRAFIA OHLINShttp://www.llcc.it/YetAn...s&t=14708#post361696ERRATA CORRIGE:(Grazie MAD MAXX)
Nel capitolo 7 c'è un errore. La rigidità torsionale non si misura in kg/grado, ma in kg*m/grado. Quella che torce la scocca non è una forza, ma una coppia. Inoltre ormai da molti anni si usa il sistema internazionale SI delle unità di misura. In questo caso: N*m/grado. I valori assoluti di rigidità potrebbero essere altrimenti forvianti, rispetto a chi ormai li ha memorizzati in tali unità di misura. 1 kg*m/grado = 9,81 N*m/grado.