E finalmente ho una pausa caffè! Da domenica notte, quando Ortega ed io siamo rientrati, davvero ho avuto giusto il tempo di dormire quattro ore scarse.
Che weekend!
Era cominciato coi soliti ritardi alla partenza da casa, che cerchiamo sempre di fare all'ora di pranzo, ma di solito riusciamo a fare al pomeriggio, mentre stavolta è finita la sera. Perché? Perché, per colpa mia, è stato sottovalutato il tempo necessario ad
approvvigionare il nostro monovolume di cibarie per il catering
Ho detto a Ortega "vai tranquillo, abbiamo un sacco di tempo", invece fra comprare, caricare, scaricare per riordinare altrimenti in macchina non ci saremmo più entrati noi e ricaricare... si son fatte le 8 di sera, così abbiamo saltato la cena in hotel. Poco male, un piatto veloce in un autogrill deserto, tutto tempo recuperato e arrivo a Imola per gli amari prima di andare a dormire.
La mattina sveglia presto, tentativo fallito della reception di farci già i conteggi delle camere, così siamo arrivati in autodromo alle 7,15, anziché alle 7, ma poco male anche qui, le operazioni di registrazione piloti sono andate lisce come l'olio con code minime. Grazie allo staff per questo. Li dovrò ringraziare più volte anche durante il resto della giornata perché non abbiamo avuto un singolo momento di tensione, segno che quando tutti sanno cosa fare e lo fanno con costanza non si accumulano ritardi, anzi, si è in anticipo su tutto e gli imprevisti, peraltro piccoli, si risolvono senza affanni.
Proprio perché in anticipo, abbiamo cominciato a tagliare la famigerata mortadella già alle 11,30 e... ci siamo resi conto che la giornata in pista mette appetito, perché non so se chi ha girato abbia apprezzato più la pista od il banchetto.
Ricordo sempre che non possiamo offrire un "vero" pranzo come facevamo in passato perché ormai tutti gli autodromi hanno dei contratti di esclusiva con un ristoratore, ma sono felice che abbiamo sforato un po', stavolta, perché al box si respirava aria di festa. Chi dice che il cibo non conta... sbaglia. Si sta in autodromo per 12 ore e avere a portata di mano acqua, caffè, dolcetti, bibite, frutta e
qualche panino è importante sia per il corpo sia per lo spirito perché così ci si conosce, si chiacchiera e ci si rilassa. Una cosa che mi ha infastidito a Imola è stato vedere alcuni box (non del Challenge, per fortuna!) addirittura transennati per tenere fuori curiosi e appassionati. Poi ci si domanda perché i nuovi non vengono!
La giornata in pista si è svolta meglio di quanto mi aspettavo, o meglio, temevo.
C'è stato un numero eccessivo di insabbiamenti nel gruppo delle auto veloci perché i piloti pensavano potesse piovere, così hanno cercato subito la prestazione, stavolta è andata meglio al gruppo auto lente, ma tenete presente che la direzione pista ci ha fatto recuperare, accorciando la pausa pranzo del personale dell'autodromo, un 15 minuti buoni che sono stati persi per pulire il tracciato da ghiaia e olio a fine mattinata.
Negli autodromi così grandi gli orari sono rigidi e se ci sono perdite di tempo... sono affaracci dei clienti, stavolta hanno fatto una lodevole eccezione, costata solo una cassa di prosecco

Massimiliano Ghinassi, il direttore di pista, si è dimostrato ancora una volta non solo un professionista, ma anche un appassionato che capisce cos'hanno in testa i piloti e cerca di accontentarli in tutti i modi.
Avevamo mezz'ora di scorta alla fine, che comunque non sarebbe stato necessario sfruttare, avremmo potuto fare il turno con partenza lanciata, ma Giove Pluvio ha pensato bene di scatenarsi esattamente alla fine dei turni cronometrati. Molti piloti comunque avevano già caricato le auto e si erano dedicati al banchetto, segno che erano più che soddisfatti, oltre che stanchi.
Ho imparato che eventi così complicati non andranno mai bene al 100%, quando arrivano ad un 80-90 bisogna essere molto contenti. Per esempio, ormai senza che ce ne accorgiamo, il Team Santilli ha trasportato l'Exige di Lotus 78 con cambio in agonia e Mac Auto ha cambiato pneumatici senza far perdere un minuto di pista a nessuno, incrementando la percentuale già positiva.
Classifiche, premiazioni con Elena di Mac Auto FONDAMENTALE nella fase di riconoscimento dei piloti da premiare, brindisi e un'ultima occhiata ad Imola, autodromo sul quale chissà quando rimetteremo le ruote, probabilmente mai, se non quelle di una tristissima auto elettrica fra qualche lustro

A dire la verità non provo malinconia per l'avvicinarsi della fine del Challenge e di questi ritrovi, so che ce ne saranno degli altri, diversi, chi ha i motori nel sangue non smette come chi compra l'auto per l'aperitivo e poi sparisce con una scusa qualsiasi, ma ne provo molta pensando che ormai siamo in un'epoca in cui le auto non sono più l'oggetto più importante per un'intera società come lo erano durante il boom economico, ma stanno diventando una passione sempre più di nicchia. Seguono lo stesso percorso dei cavalli, per i quali ancora oggi si va all'ippodromo, ma non sono più al centro della vita delle persone che li usavano per spostarsi lanciandoli ogni tanto al galoppo.
Cena spassosissima in hotel, con Ermax mattatore della serata che ci ha spiegato come nel principato di Monaco esista una legge di vita al cui confronto i gulag staliniani sembrano villaggi vacanza a cinque stelle

e misurazioni della lunghezza delle braccia dei piloti per capire se sia possibile inserire la quinta marcia anche su auto con guida a sinistra o tocchi convertire al contrario
Insomma, normale amministrazione

e... anche se il lunedì è stata dura, non vedo l'ora che arrivi il Mugello, che fortunatamente sarà di sabato!