"La tradizione è un'innovazione che ce l'ha fatta."
Ho letto per la prima volta questa frase un paio di anni fa, leggendo un articolo che parlava di sugo alla carbonara (!), ed è un concetto che mi ha colpito particolarmente per la sua semplicità... e per la sua ineluttabile verità.
Da allora, è un'espressione che mi piace tirar fuori laddove vedo delle posizioni da talebani della "tradizione".
"Eh ma si è sempre fatto così, perché cambiare?" [pluri-cit.]
Perché, ragazzi, tutto ciò che non cambia, prima o poi muore.
E allora io vorrei dedicare questo post per ringraziare gli amici Dario, Satz e Voodoo che ce la stanno mettendo tutta per tenere vivo e funzionante il "giochino" LLCC, inventandosi anche formule innovative che magari sulla carta possono anche lasciare perplessi (ed evidentemente a questo giro hanno lasciato perplessa un po' troppa gente), ma che poi si rivelano essere l'ennesima FIGATA PAZZESCA.
La staffetta di sabato scorso, esattamente come lo son stati ai tempi l'endurance, o le più recenti vacanze, o il finding Ledenon, si è rivelata essere l'ennesimo gioco splendido che possiamo fare con le nostre baracche. Come l'endurance, si tratta di una "gara" in cui conta poco la prestazione assoluta massima, e molto di più la costanza e la capacità di tenere un buon passo senza fare errori, e la cura e la precisione con cui si affrontano le fasi di cambio pilota.
Più dell'endurance, c'è il fattore
squadre-a-tavolino che da un lato ha permesso di creare team molto molto equilibrati in termini di prestazioni (basti dire, squadra vincitrice 105 giri, ultimi piazzati 101 giri!) e dall'altro ha permesso di socializzare con persone che in molti casi sono al di fuori del "solito giro di amici".
Io mi son ritrovato con PeoS, al battesimo di LLCC, e con il buon PikoPiko, personaggio ormai veterano ma che per una serie di circostanze non ho mai avuto modo di conoscere un po' più approfonditamente. Naturalmente, sono stati compagni di team splendidi, si è formato subito un bellissimo spirito di squadra, ci siamo impegnati al 100% ed il secondo posto che abbiamo ottenuto è la riprova di questo!
Personalmente, metto la data di sabato come miglior pistata del 2021 (e vabbè, non è che sia un'annata particolarmente rosea per me...

) ma di sicuro anche tra le migliori di sempre! Si è girato tantissimo e con una correttezza esemplare da parte di tutti (ZERO bandiere rosse -e forse pure gialle- in 2h30' consecutive!) e sono arrivato a fine giornata demolito ma con un sorriso ebete in faccia che mi mancava da un po' (per lo meno a fine giornata).
Complimenti a tutti i presenti, e soprattutto quelli che hanno saputo guardare oltre le perplessità sulla formula, ed una (amichevole, ovviamente) tirata di orecchie a tutti quelli che invece non si sono presentati causa perplessità sullo svolgimento della giornata.
Fare una giornata in pista è molto, molto di più di "Ho girato in 1:XX.".
Tutto l'automobilismo, proprio come sport, è molto di più di "girare in 1:XX".
E' uno sport complesso in cui anche il fattore "squadra", il fattore "fatica", il fattore "gestione delle risorse" sono parte integrante e fondamentale e non solo ai fini del risultato, ma anche per il mero fine del godimento di ciò che si sta facendo (cosa che dovrebbe essere il driver di tutti noi pilotini del
la domenica sabato...).
A fine pomeriggio eravamo tutti, tutti, tutti entusiasti per ciò che abbiamo vissuto e l'unica nota un po' stonata era il fatto che fossimo lì in trenta e non in cento, come avremmo dovuto essere.
Date fiducia ai nostri tre amici: nonostante le apparenze, sono davvero in gamba e soprattutto sono tre appassionati come tutti noi, che stanno cercando di tenere in piedi quello che è senza dubbio il miglior gruppo di trackdaysti in Italia oggi (detto anche da più di un gestore di autodromo), mettendoci cuore, fatica e idee.
Grandi idee, come in questo caso.
P.s.: chiudo ringraziarndo anche il grande Alberto Ticchi di Mondiale Racing, grazie al quale sabato ho avuto modo di testare per un paio di turni l'esilarante Predator PC015. Mi è piaciuta talmente poco che, appena sceso, alla prima curva fatta con la Ramarra l'avrei buttata nel Taro.

Seguirà post dedicato.